Lo spettacolo mette in scena la storia dei Moti di Reggio Calabria avvenuti nel 1970 e quella di cinque ragazzi, gli anarchici della Baracca; storie personali che si intrecciano con il contesto della più grande sommossa popolare nell’Italia del Dopoguerra. Il senso è quello di trasmettere gli eventi e restituirli alle nuove generazioni per resistere alla tentazione di dimenticarli.
“Il potere corrompe sia coloro che ne sono investiti sia coloro i quali devono soggiacervi, sotto la sua nefasta influenza gli uni si trasformano in despoti ambiziosi e avidi, in sfruttatori della società in favore della propria persona o casta, gli altri in schiavi.” M. Bakunin
Con Giuseppe Carullo
Regia Cristiana Minasi
Drammaturgia Fabio Pisano
Costumi Letteria Pispisa
Elementi di scena Cinzia Muscolino Grafica Manuela Caruso
Disegno Luci Renzo Di Chio
Consulenza musicale Alessandro Calzavara
Produzione Carullo-Minasi e Sciara Progetti Teatro
Collaborazione Fabio Cuzzola, Giovanna La Maestra, Massimo Ortalli, Roberto Zorn Bonaventura.
Spettacolo finalista Premio Dante Cappelletti 2023
Questo spettacolo non ricostruisce la verità, ma la ricerca secondo un modello che ricalca un modo di essere e di stare alla vita, paradigma di cui il teatro tenta di essere la massima realizzazione. Nella poetica tipica di Compagnia, che sempre rimanda ad estrema meta teatrali, fissiamo gli estremi di un piccolo spazio, nello spazio del teatro. Piccoli segni che restringono il campo dell’attenzione per ricordare e lasciare aperti i lembi della nostra immaginazione perché, chissà, qualcosa cambi.
C’è qualcosa di profondo che ci lega a questo spazio: un incidente stradale e il suo Km 58,0 gancio di inizio e fine, traccia di memoria che segna un punto e lo trasforma in superficie, divenendo esempio di “poesia in movimento e mobile”.
Questo spazio è tela di un quadro, teatro, circolo politico (la baracca), commissariato, casa in cui litighi con tuo padre e tua madre. Questo spazio è la stanza dell’adolescenza dalla quale fuggi per viaggiare in una strada che, nel caldo del rovente asfalto, ti accoglie e ti rende, con i tuoi amici, simbolo di libertà eterna e di giustizia infinita”
Domenica 27 ottobre, ore 16
Lunedì 28 ottobre, ore 20
Biglietti: Intero 18 €. Ridotto 12 € (online su Vivaticket, over 60) Ridotto 10 € (under 30, gruppi da 5 persone)
Prenotazione consigliata a biglietteria@pimoff.it
Durata: 60 minuti
Con lo spettacolo “Due passi sono” (2011) scritto, diretto e interpretato da Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi la coppia sancisce il proprio ufficiale connubio teatrale e vince Premio Scenario per Ustica 2011, Premio In Box 2012 e il Premio Internazionale Teresa Pomodoro 2013. Da allora firmano innumeroveli spettacoli teatrali come “T/Empio, critica della ragion giusta” (2013) libera reinterpretazione dell’Eutifrone di Platone (vincitore ai Teatri del Sacro 2013), la Trilogia dedicata al tema del Limite, “De revolutionibus - sulla miseria del genere umano” (2015) con testi originali di Giacomo Leopardi (vincitore Teatri del Sacro 2015). “Delirio Bizzarro” (Premio “Forever Young 2015/2016), e molti altri. Nel 2017 la compagnia ritira, al Teatro Argentina, il Premio ANCT 2017 (Associazione Nazionale Critici di Teatro) all’interno del Premio Europa. https://carullominasi.wordpress.com/